Direzione Sicilia: Siracusa

Sicilia Orientale: i suoi luoghi imperdibili

In questi giorni si sta svolgendo il G7 Agricoltura ad Ortigia, Siracusa. Ne approfittiamo per parlare un po’ di Siracusa e della Sicilia Orientale, delle sue bellezze, indicando brevemente itinerari da seguire alla scoperta delle sue attrattive.

l’Atene siciliana: Siracusa

Il canto delle sirene delle colonie greche riecheggia vigoroso a Siracusa, una città assolutamente da non farsi sfuggire quando si decide di visitare la Sicilia. Fondata dai Corinzi nel 743 a.C. proprio a Ortigia, il nome Siracusa pare derivi da Syraco, che significa “palude” e che denota la sua antica ricchezza di risorse idriche.

Archeologia greco-romana, modernità, barocco e mondo antico, si fondono, nella sua ricca composizione urbana, e con una visita al Parco Archeologico Neapolis si possono contemplare il teatro greco, risalente al V secolo a.C., un anfiteatro romano, la piscina romana, l’affascinante grotta di Ninfeo e anche tanti altri segnali del passaggio delle facoltose e potenti civiltà passate. Gli incanti di Siracusa non si dissolvono però solamente con le magnificenze elleniche. La città offre molto e stupisce per la ricchezza delle proprie identità: non mancano meraviglie barocche, come il duomo di Siracusa, di cui basta approfondire la storia, per capire quanto le diverse epoche si siano intessute nel suo perimetro. Sebbene sia un luminoso modello di barocco siciliano, il duomo assimila un considerevole tempio rivolto ad Atena, con un susseguirsi di elementi di costruzione bizantini, arabi, normanni e spagnoli e tramutato poi in chiesa con l’avvento della cristianità. Il duomo (che si trova sull’isola di Ortigia), risale al 480 a.C. in epoca Greca, in origine un grande tempio dedicato alla dea Atena (Minerva), ma probabilmente con una vocazione sacra precedente di ben tre secoli: sul suo basamento sono state scoperte addirittura tracce di un’ara di epoca pre-ellenica. Presenta al suo interno delle colonne originali del Tempio di Atena, che hanno resistito a 2500 anni di civiltà, invasioni e addirittura al terremoto del 1693.

Per definire al meglio una visita a Siracusa, non ci si può esimere da una fermata lungo tutte le sue spettacolari spiagge, dove i curiosi viaggiatori potranno allentare tensioni e stress, godendosi un bagno ristoratore, perfetto dopo aver camminato lungo le sue strade alla scoperta delle sue attrattive, con la sua strabiliante isola di Ortigia.

Il mito di Ortigia

L’isola di Ortigia è l’anima affascinante e leggendaria di Siracusa. Girare per le sue stradine e vicoli, attraversare la sua atmosfera antica, scrutando il mare, significa innamorarsene perdutamente. Ci sono molte cose vedere ad Ortigia, è piccola e comoda da girare a piedi, ma un giorno non è certamente abbastanza.

Il Tempio di Apollo si trova nei pressi dell’ingresso dell’isola di Ortigia, risale al 580 a.C. e venne edificato dall’architetto Cleomene. Dedicato al dio greco Apollo, il dio del sole (Helios in Greco), il tempio è esposto ad est, dove sorge il sole, perché i Greci prima e i Romani poi, temevano che un giorno il sole non sarebbe sorto e per scongiurare questa fatalità affidavano il risveglio del nuovo giorno ad Apollo, con un tempio circondato da colonne che rappresentano gli alberi che avevano il compito di proteggere la casa degli dei: sono 6 colonne monolitiche sul lato corto e 17 sul lato lungo. Di queste colonne, ne rimangono integre ed in piedi solamente due a causa del devastante terremoto del 1693.

Piazza Archimede si raggiunge camminando in direzione centro, lungo Corso Matteotti, una piazza ampia intitolata al matematico siracusano. Al Centro della piazza si trova la fontana che cita il mito di Alfeo e Aretusa, il canto delle acque nelle metamorfosi di Ovidio, che chiarirebbe il perché dell’acqua dolce a pochi metri dal mare ad Ortigia che cosi’ recita:

“Il poeta latino Ovidio, nelle sue Metamorfosi, narra la leggenda (e il mito) della bellissima ninfa Aretusa, che un giorno, dopo una lunga corsa nei boschi, decise di rinfrescarsi nelle acque del fiume Alfeo. Al termine del suo bagno, la fanciulla riprese a correre, quando una voce la incitò a fermarsi: era Alfeo, la divinità del fiume, attratto dalla sua bellezza. Il dio iniziò a inseguire Aretusa che, disperata, chiamò in aiuto Artemide. La dea della caccia la avvolse in una nuvola e soffiò forte in direzione della Sicilia, per mettere in salvo la ninfa. Arrivata nei pressi di Ortigia, Aretusa si tramutò in una sorgente d’acqua dolce. Alfeo, realmente innamorato della ninfa, chiese aiuto al padre Oceano che, convinto dal sincero amore, aprì le acque dello Ionio e permise ad Alfeo di attraversare la Sicilia, per raggiungere l’amata”.

fonte aretusa

La fonte Aretusa, è l’antica sorgente di Siracusa, e la si raggiunge dopo Chiesa di Santa Lucia in fondo alla piazza in direzione. La Fonte è un bacino semicircolare di acqua dolce in cui crescono rigogliose piante di papiro. Come detto in precedenza, questo è un luogo mistico, magico e trascendentale e i Greci fecero ricorso al mito della Ninfa Aretusa per spiegare la presenza di acqua dolce a soli quattro metri dal mare.

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